Mutuo Soccorso

2007
Mutuo Soccorso
La Val di Susa di moltiplica: diario di due anni
ed. Carta Intra Moenia Roma
coautore Claudio Giorno
Esaurito

Prefazione Maurizio Piccione, Spinta Dal Bass

Storie di resistenze in tutta Italia. La valle di Susa si moltiplica: diario di due anni di lotta

Prefazione
di Maurizio Piccione, Spinta dal Bass

Camminare: spostarsi con le proprie gambe progredire, avanzare. (Garzanti) Ecco in una parola ciò che è accaduto in valle di Susa negli ultimi 17 anni. Fin dal 1989, alcune persone si incontrarono per capire cosa sarebbe stato il Tav e i danni che poteva portare al piccolo "cortile" della valle di Susa; a seguire, decine di serate informative, la nascita dei primi comitati e le poche persone dell'inizio, diventarono il popolo no tav. Sono gli anni delle prime marce e delle assemblee dove sindaci, amministratori e popolazione condividono insieme scelte e decisioni; al contempo affiora la consapevolezza che il Tav non è solo un nostro problema, ma un problema globale: di merci viaggianti e di crescita economica drogata da grandi opere. 2005: il governo di allora decide di fermare questo cammino con uno sbarramento di caschi blu: non è buona idea tanto che alla fine lo sbarramento, insieme ad una recinzione di cantiere crolla, e per una volta non si cammina, si corre...
Si corre sui prati liberati di Venaus: è l'8 dicembre 2005. Loro si fermano, noi andiamo avanti, con il passo costante del montanaro sperimentiamo concretamente nuovi piccoli mondi possibili: dalla socialità dei presidi, alle energie rinnovabili, ai gruppi di acquisto a filiera corta. Ma quando si cammina i confini non esistono ed è naturale uscire dalla valle ed incontrare altri uomini e donne che sono usciti di casa, usciti dalla rassegnazione e semplicemente vogliono capire. Più si viaggia e più si scoprono nuovi amici con i nostri stessi problemi e con percorsi simili; è facile capirsi e ancor più facile unirsi in un Patto di solidarietà e mutuo soccorso per difendere quell'unico cortile che è la nostra madre terra.
È aria fresca, aria che dal Trentino a Noto fa fiorire comitati e presidi, aria di un nuovo modo di intendere la politica, dal basso, senza deleghe e compromessi e dove ogni persona del territorio coinvolto diventa protagonista della lotta. È un Patto che dà coraggio perché fa capire che siamo in tanti e pronti a mobilitarsi ogni volta che un territorio è sotto attacco, ma è anche un Patto che fa paura perché capace di incidere concretamente su scelte dissennate: sono molte le opere che non partono grazie alle mobilitazioni e ai presidi popolari, e mentre politici e affaristi senza scrupolo urlano che l'Italia dei No blocca lo sviluppo e la crescita economica, dall'altra fiorisce una consapevolezza nuova, si mette in cammino una resistenza popolare che non ha intenzione di farsi rubare il futuro da nessuno.